Secondo appuntamento dedicato a Beyoncé: oggi parliamo di “Beyoncé”, il quinto album dell’artista.
Dopo un breve ritorno con le Destiny’s Child per la pubblicazione di “Destiny Fulfilled” (2004) e per l’ultimo tour del gruppo, nel 2006 Beyoncé riprende la carriera solista con “B’Day”. L’album, in cui sono contenute hit come “Deja Vu” e “Irreplaceable”, diventa il secondo consecutivo dell’artista in vetta alla classifica americana e apre le porte al tour mondiale dell’anno successivo. Il 2008 è l’anno di “I Am… Sasha Fierce”, ispirato al matrimonio con il rapper Jay-Z avvenuto nell’aprile dello stesso anno. Il successo di brani come “If I Were a Boy”, "Single Ladies (Put a Ring on It)", "Halo", "Sweet Dreams" e "Broken-Hearted Girl" è planetario e ai Grammy Awards del 2010 Beyoncé supera il record per il numero di premi vinti in una sola notte da un’artista donna. Nello stesso anno, su consiglio della madre, decide di prendersi una pausa e per i successivi nove mesi visita varie parti del mondo in cerca di ispirazione. Tuttavia, proprio in questo periodo va incontro a un aborto sponteneo, che descriverà come la cosa più triste che le sia mai accaduta. Per affrontare la perdita torna in studio e nel 2011 esce “4”, preceduto dai singoli “Run The World (Girls)” e “Best Thing I Never Had”. Per la quarta volta consecutiva, l’album è primo in classifica e la performance del febbraio 2013 al Super Bowl Halftime Show (uno dei momenti più twittati della storia con 268’000 tweet al minuto) eleva ufficialmente Beyoncé al calibro di performer come Madonna e Michael Jackson. A lasciare tutti a bocca aperta, però, è la strategia di marketing messa in atto per il quinto album: “Beyoncé” esce senza preavviso e senza alcuna campagna promozionale il 13 dicembre del 2013. L’effetto sorpresa è vincente e verrà copiato in seguito da artisti come Drake, Kanye West, Rihanna ed Eminem. Non solo, anche la scelta di pubblicare il disco di venerdì invece che di martedì lancia una rivoluzionaria tendenza, che è oggi diventata la prassi nel mondo discografico. “Beyoncé”, inoltre, si distingue per essere anche un visual album, poiché a ogni brano è abbinato il rispettivo video musicale. Ispirata dall’esperienza immersiva di “Thriller” di Michael Jackson, Beyoncé vuole condividere con l’ascoltatore il proprio immaginario personale associato alle canzoni e realizza per questo diciassette cortometraggi per le quattordici tracce del disco (inclusi i video extra per “Haunted”, “Partition” e “Grown Woman”). I lavori per questo progetto senz'altro ambizioso durano un anno e mezzo e vedono il coinvolgimento di produttori e songwriter quali Sia, Timbaland, Eric Bellinger, Benny Blanco, Ryan Tedder, Justin Timberlake e The-Dream, ospiti nella villa della cantante nella zona degli Hamptons a New York. Tuttavia, la collaborazione più prolifica sarà quella con il produttore Boots, con cui Beyoncé arriverà a produrre più di metà delle tracce del disco, stimolata dal materiale sperimentale dell’artista. L’impronta del produttore emerge in particolare in brani come “Haunted”, in cui arpeggi di chitarra ispirati alla musica elettronica di Aphex Twin diventano l’ipnotico tappeto sonoro su cui Beyoncé delinea i contorni di un rapporto di coppia malato e ossessivo. Anche “Jealous” affronta il tema delle problematiche relazionali, focalizzandosi però sulla gelosia di una donna verso il proprio uomo. La totale libertà artistica consente a Beyoncé di scavare a fondo nella propria interiorità, dando prova di interpretazioni emozionanti come quella della power-ballad “Pretty Hurts” sugli standard di bellezza irraggiungibili posti dalla società. Brani come “Partition”, “Drunk in Love”, “Blow” e “Rocket” testimoniano invece la piena emancipazione sessuale dell’artista, che dipinge scene di seducente erotismo attraverso testi espliciti e metafore allusive. Altrettanto significativo dal punto di vista femminista è “Flawless”, che incoraggia le donne all’autoaccettazione e alla critica dei comportamenti misogini. L’album diventa il quinto consecutivo dell’artista in vetta alle classifiche e le vendite nei primi tre giorni dalla pubblicazione stabiliscono un nuovo record per l’epoca. La scelta dei temi e la sperimentazione sonora delle produzioni vengono premiate anche dalla critica con recensioni ampiamente positive, tanto da spingere pubblicazioni come Rolling Stone a inserire l’album nelle loro liste tra i più grandi di tutti i tempi.
Vi consigliamo oggi l'ascolto del quarto singolo tratto da “Beyoncé”, la power-ballad “Pretty Hurts”, con cui la cantante ci invita a trovare la bellezza nelle imperfezioni e a prenderci cura delle nostre anime prima che dei nostri corpi.