Storia
Mentre nel primo articolo ci siamo concentrati sulle bacchette, in questo parleremo delle spazzole (brushes).
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Quando le sentiamo nominare pensiamo subito al jazz. E in effetti sono molto utilizzate in questo stile.
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In realtà però, nascono per uno scopo molto pratico che non ha a che vedere col jazz in particolare.
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Il brevetto delle prime spazzole è datato 1913. In quegli anni la batteria stava iniziando a prendere la forma che conosciamo ed era lo strumento con il volume più alto nei vari complessi musicali visto che non esisteva ancora l’amplificazione. C’era bisogno di sostituire le bacchette di legno con qualcosa che smorzasse il volume della batteria. Sembra che le prime spazzole rudimentali fossero gli scacciamosche (fly swatters) dell’epoca, formati da un manico con dei fili metallici sulla punta.
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Uno dei suoni che può essere riprodotto è il famoso “strisciato“, che già precedentemente era stato sperimentato da alcuni batteristi. Infatti, muovendo e strisciando il piede sul tavolato dei vecchi palchi, riuscivano a creare un suono simile all’attuale “strisciato“.
Nel tempo qualcuno inizio anche a portare dei piccoli sacchetti di sabbia da spargere vicino al pedale, in modo da poter riprodurre quel suono.
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Una volta brevettate invece, molti dei produttori di batterie si misero a costruirle e presero il nome “brushes“, anche se per molti anni i batteristi continuarono a chiamarle “fly swatters“.
Uno dei primi brevetti delle spazzole. (Foto dal sito ufficiale Vic Firth)
In seguito si diffusero rapidamente le spazzole con i fili retrattili in modo da non rovinarli durante il trasporto.
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In questo modo i batteristi avevano più possibilità di adattarsi alla situazione musicale sul momento potendo usare le bacchette o le spazzole a seconda della necessità di volume.
Modello signature Steve Gadd.
Utilizzo
All’inizio le spazzole venivano usate come le bacchette. Nei decenni successivi si scoprirono utilizzi alternativi che permisero di ottenere nuovi suoni e nuovi effetti, come ad esempio il classico fruscio grazie allo sfregamento dei fili sulla pelle (strisciato).
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Verso la fine della prima metà del novecento cominciarono a nascere e svilupparsi nuovi generi musicali e tra questi fu il jazz ad appropriarsi delle spazzole proprio per loro caratteristiche di volume ed espressività .
Assolo con spazzole di Max Roach.
Assolo con spazzole di Stefano Bagnoli.
Modelli
Ormai come per le bacchette, esistono tantissimi modelli di spazzole. I fili possono essere di metallo o di plastica e può variare la lunghezza lo spessore e l’ampiezza. E anche qui abbiamo i modelli signature.
Foto dal sito ufficiale Vic Firth.
Conclusioni
Anche se non siete jazzisti potete usare le spazzole per ampliare la gamma di suoni in vostro possesso e in ogni caso consiglio a tutti di conoscere almeno le basi di tecnica delle spazzole, non si sa mai!
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Nel prossimo articolo ci concentreremo su mallets, rods e non solo. Tutti strumenti che permettono di tirare fuori diversi suoni dal nostro strumento!