Terzo appuntamento dedicato ai Radiohead: oggi parliamo di "Kid A".
Dopo il successo di "Ok Computer", il gruppo inglese intraprende un percorso di sperimentazione con l'obiettivo di incorporare nuovi stili e influenze, dalla musica elettronica al jazz, ricorrendo a una vasta gamma di strumenti ed effetti. È il leader Thom Yorke in primis a portare avanti questo rinnovamento, indifferente alle logiche del mercato discografico. Tuttavia, il processo creativo che porterà alla pubblicazione di “Kid A” (2000) e “Amnesiac” (2001) è tutt'altro che fluido. Yorke vive infatti un periodo di blocco dello scrittore in seguito al tour di "Ok Computer", convinto che il rock sia in qualche modo arrivato al capolinea. In questa prospettiva disillusa, il cantante inizia ad ascoltare quasi esclusivamente musica elettronica, in particolare artisti provenienti dalla Warp Records come Aphex Twin e Autreche, e rimane colpito da quanto le loro tracce, pur non servendosi della forma-canzone, riescano ugualmente a emozionarlo. Sintetizzatori modulari e onde Martenot (queste ultime, uno strumento simile al theremin) diventano il nuovo terreno di esplorazione della band, non senza ostacoli e incertezze. Il gruppo fatica infatti a seguire la direzione intrapresa da Yorke e si scontra con nuovi metodi per la stesura dei brani. Se prima erano i testi il punto di partenza da cui costruire gli arrangiamenti, ora sono loop elettronici, parti composte su sequencer e sintetizzatori o brevi registrazioni a fornire le fondamenta. Su queste tracce sperimentali, Yorke scrive testi sempre più astratti ed enigmatici, tagliando e ricucendo parole e frasi in modo casuale, trattandole come "pezzetti frantumati di uno specchio" e combinandole in melodie imprevedibili. Dalle sessioni di registrazione effettuate tra Parigi, Copenhagen, Gloucestershire e Oxfordshire vengono prodotti oltre venti brani, divisi tra i due dischi "Kid A" e "Amnesiac" in quanto, secondo Yorke, "provenienti da due diversi luoghi". La prima canzone che Yorke scrive per il disco, "Everything In Its Right Place", affronta la depressione vissuta durante il periodo del tour per "Ok Computer", e con la sua atmosfera cupa e angosciosa apre la strada per le successive "Kid A" e "The National Anthem". Segue la ballad "How To Disappear Completely", introdotta dalle pennate di una chitarra acustica e costruita intorno al meraviglioso arrangiamento d'archi di Jonny Greenwood. La strumentale "Threefingers" fa da spartiacque e introduce la seconda parte del disco. In "Optimistic" ci sembra per un attimo di ritrovare i Radiohead di "Ok Computer", ma in "Idioteque" il clima torna a farsi claustrofobico tra percussioni elettroniche e la voce trascinata di Yorke. Concludono l'album il ritmo straniante di "Morning Bells" e l'atmosfera distesa di "Motion Picture Soundtrack". Per "Kid A" non vengono pubblicati singoli e la band si limita a rilasciare poche interviste e brevi cortometraggi animati al fine di promuoverlo. Nonostante ciò, l'album debutta al primo posto sia nella classifica inglese che in quella americana. Inoltre, l'apprezzamento del pubblico si accompagna a tutti gli effetti anche a quello della critica: l'album riceve il Grammy come Best Alternative Album ed è stato inserito in numerose liste tra i migliori album del decennio.
Vi suggeriamo oggi l'ascolto dell'oscura "Everything in Its Right Place", per addentrarvi un passo alla volta nelle atmosfere sfuggenti di "Kid A". Buon ascolto!