Secondo appuntamento dedicato a Madonna: oggi parliamo di “True Blue”.
Terzo album in studio di Madonna, “True Blue” (1986) segna un punto di svolta nella carriera dell'artista. Il disco si distanzia infatti dal suono e dai temi più leggeri di "Like a Virgin" per assumere una dimensione più matura, affrontando argomenti che vanno dall'amore alla libertà, passando per questioni sociali, con l'obiettivo di attrarre un pubblico più adulto, ancora forse scettico nei confronti della sua musica. Anche il look di Madonna si adatta a questo cambiamento, diventando più sobrio e curato, prendendo ispirazione dalle dive della vecchia Hollywood anni Cinquanta. Per la prima volta Madonna collabora alla stesura e alla produzione di tutti i brani del disco, sotto la guida di Stephen Bray e Patrick Leonard. Nei brani compare una grande varietà di strumenti, tra cui chitarre elettriche, batterie reali e sintetiche, strumenti cubani e sintetizzatori. Il disco viene dedicato al marito Sean Penn, conosciuto nel febbraio 1985 sul set del video di Material Girl. L'amore per Penn sembra permeare tutte le tracce del disco, ma è particolarmente evidente nella title-track "True Blue", brano dance-pop ispirato ai gruppi femminili degli anni '60. Il titolo si rifà infatti a un'espressione usata frequentemente dal marito per descrivere la sua visione pura dell'amore.
Il brano che apre l'album è "Papa Don't Preach", che affronta il tema di una gravidanza adolescenziale. A firmare il brano è Brian Elliot, che per scriverlo trae ispirazione della conversazioni di alcune studentesse che chiacchieravano proprio sotto la finestra del suo studio di registrazione, parlando di aborto e altre esperienze adolescenziali. La protagonista del racconto si ribella alla figura paterna, alla quale dichiara che nonostante il suo disaccordo terrà il bambino di cui è rimasta incinta. Intuiamo già dall'intro del brano, un arrangiamento d'archi che campiona la sonata "Appassionata" di Beethoven, il cambio di rotta del nuovo progetto di Madonna. Il primo singolo "Live to Tell" viene composto da Patrick Leonard come brano strumentale per la colonna sonora di un film, ma dopo il rifiuto da parte della casa di produzione della pellicola, Leonard propone il brano a Madonna che ne scrive testo, melodia e collabora alla sua produzione, dando vita a una ballad sul tema dell'inganno, con chiari riferimenti autobiografici. "La Isla Bonita" è l'ultimo singolo tratto dal disco e il primo brano di Madonna influenzato da ritmi latini. Dopo essere stato rifiutato da Michael Jackson nella sua versione strumentale, Madonna decide di scriverne il testo in omaggio, come da lei dichiarato, "alla bellezza e al mistero del popolo latinoamericano". Come copertina dell'album troviamo una delle immagini più riconosciute di Madonna, opera del fotografo Herb Ritts, che la ritrae in una posa da cigno tra sfumature di grigio, bianco e varie tonalità di blu, rafforzando il richiamo al titolo dell'album. "True Blue" raggiunge il vertice delle classifiche in 28 paesi in tutto il mondo, arrivando a vendere oltre 25 milioni di copie. La fama di Madonna raggiunge così un apice che le permetterà di rivaleggiare con artisti maschili della sua epoca come Michael Jackson e Prince.
Oggi vi consigliamo l'ascolto di "Papa Don't Preach" e la visione del relativo videoclip, invitandovi a fare un tuffo nel passato per rivivere l'era di maggior successo della Regina del Pop.